Capitolo ventunesimo – Giorni 28 e 29 – Here we are –

486674_10151565328957422_1956541703_n
Negli scorsi post vi ho mostrato tutte le opere realizzate in questo mese (clicca qui). Tutte eccetto una, quella che vedete in alto. Ho preferito tenerla nascosta fino alla fine, fino al momento di salutare Neumunster.
Al mio arrivo ho intitolato il progetto “I miss you” ed in questo post (cliccate qui) ho spiegato il perché. Ironicamente, attraverso la riproduzione in ceramica degli oggetti mancanti nella mia casa, sognavo di rendere il pubblico partecipe del mio tentativo di colmare vuoti e mancanze.  Sono arrivato così al giorno della presentazione, quando ho avuto modo di rivedere tutte le persone che ho incontrato in queste mese. Mentre cercavo di spiegare le opere ho visto brillare i loro occhi, rendendomi conto che a Neumunster, senza aver  dimenticato nulla, ho lasciato qualcosa.  Ho lasciato un ricordo di Giorgio di Palma uomo, oltre che ceramista.  Quando ho invitato la gente ad interagire gli ho chiesto di realizzare in ceramica una lettera su cui scrivere un messaggio, una  cartolina da dedicare a chi avessero voluto.
Io, di nascosto, preparavo il mio regalo per la città: una cassetta postale tedesca.  E’ quella che vedete in alto, il contenitore simbolo di ricordi ed emozioni. Lei resterà in strada, testimone del mio passaggio a Neumunster. Tutte le altre opere le ho donate alla fondazione. Non ho voluto né venderle e né portarle con me.  Con me porterò qualcos’altro, ovvero lo splendido ricordo delle persone che in questo mese mi hanno dato così tanto da non farmi mancare nulla. Un ricordo che  trasformerò in pezzi di creta, testimoni oculari di storie passate, presenti e future.  Storie  che non sono mai state mie, ma sempre nostre.
Danijela, l’organizzatrice, al mio arrivo mi chiese perché utilizzassi il plurale e non il singolare, il noi e non l’Io. Ecco la risposta. Io senza Danijela, senza Stefan, senza Dunja, senza Tara Lotte, senza Wolfgang e senza tutti quelli che ho conosciuto a Neumunster, non avrei avuto niente da raccontare. Io, senza il supporto di 6246 lettori, non avrei raccontato niente. Ecco perché uso ed userò il plurale.
Ci rivediamo presto, parola di Giorgio Terracotta.

Capitolo ventesimo – Giorno 27 – La presentazione –

1

La presentazione, come previsto, si è svolta all’interno della mia casa. All’interno di questo post ho inserito alcune foto degli oggetti dislocati all’interno dell’ appartamento. Al momento mancano alcune opere, come la caffettiera e la sedia. Appena riesco a recuperarle, le aggiungerò. Ringrazio Wolfgang per le foto.

2-2 10 3 9-2 7 5-2 6 8

Capitolo diciannovesimo – Giorni 25 e 26 – Le opere –

sediaok2
Ho trascorso 24 giorni a Neumunster. La presentazione delle mie opere si è svolta ieri. Appena avrò a disposizione alcune immagine vi racconterò come è andata e vi farò vedere l’allestimento all’interno dell’appartamento. Quelli che vedrete in questo post sono gli oggetti realizzati durante il mio soggiorno. Ne manca uno, ma ve ne parlerò più avanti. Ho dovuto sacrificare gli spaghetti ed alcune chiavi che non entravano nel forno. Il resto è qui in queste immagini. A domani…
radio cappello caffettiera ferrodastiro2 bagno2

Capitolo diciottesimo – Giorno 24 – Ultimo sforzo –

platino
Il momento più atteso da tutti i ceramisti è l’apertura del forno, magari dopo la smaltatura. In pochi attimi, i risulatati di settimane di lavoro si mostrano definitivamente davanti i nostri occhi per quello che sono e saranno per sempre. Potremmo essere tristi o felici, ma sicuramente resteremo sempre sorpresi dall’imprevedibilità di questo materiale. 
Oggi ho aperto i due forni del mio studio a Neumunster. Il forno piccolo conteneva oggetti con gli smalti importati da Grottaglie, quello grande oggetti con vernici tedesche. Ho spizzicato sperando che fosse andato tutto bene, come un pokerista alla ricerca degli assi. Poi ho spalancato e Ta na na na… la fortuna è con Giorgio Terracotta. I risultati ci sono, i difetti anche, ma molti oggetti brillano e questo mi rende felice. Non mi è servito fare test, è stata una scommessa contro il tempo e contro le previsioni accademiche. Manca un giorno ed il platino. Poi tutto sarà pronto per la presentazione di domani. Ce l’abbiamo fatta, anche se ho dovuto sacrificare alcuni pezzi per motivi di spazio nel forno. Fa anche questo parte del gioco.

Capitolo diciassettesimo – Giorni 22 e 23 – L’intervista e gli smalti –

 smalto1
 smalto2
Sono arrivati gli smalti e tutti gli oggetti sono stati infornati. Ho deciso di applicare quelli importati sulle opere più piccole mentre sulle più grandi i colori tedeschi. Il tempo stringe, manca pochissimo alla presentazione e tifo italia germania. Accendiamo i forni ed incrociamo le dita, si parte. Anzi no, aspettate un attimo. Giusto 3 minuti per guardare la mia intervista, ma prima una breve premessa.
Premessa
Sono cosciente del fatto di rendere più nella versione scritta che in quella orale. Non so per quale motivo, ma ogni vota che cerco di spiegare un sentimento oppure un pensiero, mi incarto. Non sono un ottimo oratore in italiano, figurarsi in inglese. Il problema è che penso in dialetto, traduco dal dialetto all’ italiano e dall’italiano in inglese.
Il risultato è quello che potete vedere nell’intervista rilasciata qui a Neumuster, in cui non riesco a capirmi nemmeno io. Fortunatamente il mio ruttare parole a caso fa pensare ad una padronanza dell’idioma anglossasone non veritiero. Negli ultimi giorni, inoltre, sto peggiorando in maniera esponenziale perchè gesticolo azzardando termini tedeschi con accento inglese.
Ringrazio Stefan che è riuscito a far uscire fuori tre fasi di senso compiuto da un intervista di 15 minuti. Mi scuso con Stefan per avergli fatto trascorrere 3 giorni ad assemblare frasi sconnesse di senso incompiuto.

Capitolo sedicesimo – Giorni 20 e 21 – Lo chiamarono Terracotta –

terracotta
Da quando sono arrivato in Germania mi sono confrontato con argille dalle composizioni e reazioni più disparate. Percentuali, inclusi, colori variabili a seconda della cottura e mini sacchetti da 10 kg a 10 euro. Un mondo misterioso che non pensavo potesse esistere. Ad una persona come me, che non ha mai studiato la materia, bastava conoscere pressa, semipressa e tornio e selezionare in base allo scopo. Ho qui purtroppo scoperto che la nostra argilla non è la migliore del mondo. Si presta benissimo per fare i vasi da fiori ma per sperimentare non è il massimo. Poca resistenza e basse temperature di cottura
Giorgio Terracotta è qui, nel paese delle porcellane. Inconsciamente, in Germania, mi sono reso conto di aver vinto. Non a Neumunster ma a Grottaglie. Con la nostra argilla non ha senso produrre ceramiche funzionali, per belle che possano essere, perchè la nostra argilla può essere solo poggiata e maneggiata con cura. Faccio ceramiche inutili in partenza e questo mi rende felice. Lo faccio utilizzando colori lucidi e brillanti. La mia forza sono gli smalti e le vernici, che abbinati alla nostra argilla regalano sensazioni uniche. Quindi non parlatemi di tradizione, di avorio, miele e galletti. Perchè questa non è tradizione, è archeologia sperimentale. Cinquanta della sessanta botteghe ceramiche a Grottaglie non raccontano alcuna storia se non una lezioncina a memoria da cinquecento anni. Dovremmo raccontare la storia in modo diverso. Io ci sto provando e non sono arrogante, credetemi. Se oggi il Liceo Artistico chiude e se le botteghe sopravvivono a stento è perchè  moltissimi si sono arroccati nella loro arrogante tradizione, attuale solo nell’ importazione dell’argilla, dei forni elettrici, di smalti pronti, semilavorati ed idee altrui . Arroganti sono quanti non si sono aperti al confronto e a stimoli esterni. Io non ho paura di perdere, perchè ho già vinto.
Ho comprato i miei smalti e li sto applicando sull’argilla tedesca. Non mi importa se reagiranno o meno, il fascino e la brillantezza della mia ceramica sono unici perchè riflettono la magia della mia terra, splendidamente piena di difetti. Questa è la mia arrogante interpretazione del concetto di tradizione. Spero la condividiate.

Capitolo quindicesimo – Giorni 18 e 19 – Conto alla rovescia

  prove
Scusate il ritardo, ma sono in ritardo. Ho trascorso gli ultimi giorni in continuo movimento cercando di mettere da parte tutte le informazioni ed i minuti per aggiornare. Ma non ce l’ho fatta. Sono stato in pub, a concerti, a visitrare laghi, ad incontrare ceramisti e alla fine a cenare a casa di Wolfang: un simpaticissimo tedesco che di lavoro faceva il Ministro* ma che oggi ha la passione per la fotografia e la lingua italiana.
Durante la mia ripetuta degustazione delle prelibatezze ho avuto il piacere di imbattermi in due alimenti che mi erano sconosciuti:
– La Brassica oleracea (clicca qui) un ravanello gigante che ho scoperto essere famoso nel sud Italia con il nome di cavolo rapa ma che io ho conosciuto di vista solo in Ungheria.
– Il Polygonaceae Rheum (clicca qui), ovvero il rabarbaro, prima di oggi visto solo nell’ etichetta dell’amaro.
Oltre al cavolo rapa e al rabarbaro i Wolfgang mi hanno fatto conoscere anche Volker Tiemann, un artista che fa quello che faccio io ma con il legno. Lo fa pure meglio….
Carichi di novità, io e la mia allegra famiglia tedesca siamo tornati a Neumunster, dove ho riaperto il forno e “Pi la ma……. e ce cazzo ete quane”.
I test fanno cagare, i colori non mi piacciono, li vedete in alto. Ho deciso di ordinare gli smalti in Italia, smetterla di testare ed agire. O la va o la spacca. Mancano 4 giorni e 3 cotture. Gli smalti sono in arrivo.

* Wolfgang veniva inviato al posto del Ministro, immagino a sorbirsi tutte le cerimonie formali come quella del mio arrivo. Cliccate qui per avere maggiori info.

dunja2
dunja1

Capitolo quattordicesimo – Giorno 17 – L’alchimista –

test

Ho smesso di fare esperimenti nel 2011 quando provai a cucinare una pasta con la crosta, funghi, patate e carote. Fu un disastro alimentare, come può testimoniare il mio bagno. In questa giorni, a distanza di anni, rimetto il camice dell’alchimista per sperimentare colori e reazioni, smalti, engobbi, cristalline, acidi e codici. Sono all’oscuro del contenuto che ogni busta riserva. I colori li deduco dalla mia poca esperienza e le temperature mi spaventano. Sono abituato a cuocere a 930-940 gradi. Qui siamo sui 1000-1200 gradi. Rischio davvero di fare disastri. La mia argilla non può sopportare quelle temperature e questi smalti non fonderebbero a 930 gradi. I miei pezzi sono in pericolo. Altro che pasta con la crosta. Qui rischio di fare la crosta sull’argilla. Con il disastroso risultato che anche questi esperimenti facciano cagare.

test3

Capitolo tredicesimo – Giorno 16 – Si accomodi –

animazione2
Torna la gif animata, l’evento psichedelico tanto odiato dai lettori di questo blog. Ho il piacere di abbagliarvi con le fasi di realizzazione di una sedia in ceramica. Questa, insieme ad altri 4 oggetti, andrà ad allestire la camera da letto, che ancora ospita i ricordi di chi ha abitato prima di me. 
Con la realizzazione di queste opere dovrò interrompere la produzione. Spero di riuscire a creare altre tre o quattro oggetti, di piccole dimensioni, ma il tempo stringe e devo concentrarmi sulle altre fasi: asciugatura, cottura, smalti, ricottura, terzi fuochi, riricottura. 
Manca una settimana e come al solito ho calcolato male i tempi. Scappo, mi devo sbrigare, altrimenti fuggo, ve lo prometto…

Capitolo dodicesimo – Giorno 15 – Il salotto –

salotto
Nella versione primavera-estate sono solito indossare cappellini colorati, verde e rosso, a seconda degli stati d’animo. Come ad un semaforo, con il verde percorro sicuro la mia strada, mentre con il rosso mi metto in pausa, penso. Purtroppo non ho pensato di portarmi il rosso in Germania ed è per questo che l’ho rifatto in ceramica. Sarà uno dei cinque oggetti che allestirà il salone, insieme ad un ferro da stilo, una macchina fotografica, una pila ed un top-secret. A questo punto vi chiederete il perchè della pila, del ferro da stiro, della macchina fotografica e del top-secret. Vi racconterò solo della pila. Una notte mentre dormivo ho iniziato a sentire uno strano bip-bip provenire dal salotto. Dopo un pò di minuti ho realizzato che era l’allarme antincendio. Ho trascorso tutta la notte sul divano per paura di un possibile incendio, torturandomi con quel maledettissimo bip, fino a quando ho deciso di rimuovere la pila. Forsei dovrei semplicemente sostituirla o forse sto ppicciato….

Capitolo undicesimo – Giorno 14 – Workshop –

 optima

Un paio di giorni fa sono stato ad una inaugurazione di una mostra qui a Neumunster. Il posto era bellissimo ma mi ha sconvolto il pubblico che vi partecipava. E’ solo grazie alla prensenza della neonata Tara Lotte, infatti, che l’età media è scesa fino 64 anni, altrimenti ci saremmo mantenuti generosamente intorno alle 76 primavere. Abbracciando un target leggermente più giovane, ho iniziato a temere che queste persone potessero avere problemi non solo nel capire il senso del mio evento, ma anche nell’ascoltarlo. Bisognava correre ai ripari, altrimenti tanto valeva starmene in Via Caravaggio e chiamare gli Amici dei Musei (clicca qui).  Il primo passo è stato il Workshop. Sfruttando una bella giornata di primavera con Danjela abbiamo deciso di spostare la location dall’interno all’esterno, per strada, e di attirare le persone con cibi e bevande, il sud insegna. Il risultato è stato al di sopra delle mie aspettative: 13 interazioni spontanee e 5 forzate, in sole 3 ore. Età media 38 anni e livello particolarità altissimo. Sono rimasto estasiato da due personaggi:
1) Un ragazzo che a piedi nudi è partito dal Belgio in direzione Roma. Deve essere lì per il 23 Giugno. Aveva capelli lunghi ed un suo alfabeto misterioso, utilizzando il quale mi ha lasciato un messaggio. Purtroppo non sono riuscito ad ottenere alcuna sua foto fino ad ora, ma vi prometto che la posterò.
2) Un uomo che da molti anni, non so per quale motivo, va in giro con una piccolissima scultura lucida, forse fluorescente di notte. Gli dedica foto e lo mette in contatto con genti diverse. Per realizzare il suo contributo ha impiegato quasi 2 ore ma alla fine è andata bene e mi ha chiesto di posare lì in basso. Ha anche creato un album che potete sfogliare qui.
E’ andata benone…. credetemi. E se non mi credete potete vedere altre foto qui.
9
5
2

Capitolo decimo – Giorni 12 e 13 – Le gite –

DSCF7009_1100x825
Ho sempre avuto un debole per le pause, lo ammetto. Anche nei momenti d’ intenso lavoro preferisco non stressarmi, alternando giustamente pausa e creazione. Da quando sono arrivato, oltre a concentrarmi  sul progetto, sono riuscito a ritagliarmi spazi di tempo che mi hanno permesso di concedermi qualche gita. Questo lo devo grazie a quelle persone di cui vi avevo accennato tempo fa (cliccate qui). Sono Dunja, Tara Lotte, Stefan e Danjella. Dunja è come una assistente, una bambina bellissima ed intelligentissima. Tara Lotte è sua sorella, con lei non comunico bene perchè ha solo due mesi. Stefan, invece, è il loro Papà, di lui mi piacciono le foto (sono quasi tutte sue quelle in questo post) e l’attitudine alla vita. Infine c’è Danjella, rispettivamente moglie, mamma, organizzatrice e ceramista serba (cliccate qui). Credetemi, non so come cazzo faccia, ma riesce benissimo in tutte queste cose. Insieme compongono una di quelle famigle così dolci che non pensavo potessero esistere. Eccoli lì, nella foto in alto, mentre nelle altre ci sono alcune località visitate in queste due settimane.

spiaggia1

Queste strane sedie da giostra sono in realtà delle postazioni da spiaggia, a noleggio presso l’inpronunciabileEckernförde. Sullo sfondo una scheggia impazzita, faceva il bagno mentre tutti indossavano berretti di lana.

DSCF6123_700x525

spiaggia7

spiaggia2

Il caratteristico paesino che mi fa impazzire. Kappeln, pieno, ma dico pieno di cianfrusaglie lungo tutto il porto e con edifici semi abbandonati sullo sfondo.lubeck

Capitolo nono – Giorno 11 – E’ pronto –

sedia2

E’ pronto. Ho preparato gli oggetti che allestiranno la cucina. Saranno tre, non quattro come avevo programmato. Purtroppo ho avuto un pò di problemi direttamente con l’argilla ed indirettamente con lo scolapasta. Mi spiace. Ho chiesto a Danjiela (un giorno vi parlerò di lei) di realizzarmi al tornio la coppa che avrei trasformato in oggetto ma questo tipo di creta non si è prestata al mio scopo. E’ molto sporca, piena di inclusi e dal colore arancione, sembra quasi cotto. Si possono fare cose solo inimmaginabili con la nostra argilla ma altre sono assolutamente impossibili. Ho così oggi imparato che dovrò fare a meno dello scolapasta e della spugna. Adesso mangio qualcosina, buon appetito, ma prima le scuse ed i ringraziamenti. Chiedo scusa a tutti gli internauti che soffriranno di disturbi visivi a causa dell’immagine di questo post. Ringrazio invece mio padre per l’ispirazione del piatto di pasta. Ne ha realizzato uno in ceramica veramente incredibile.

Capitolo ottavo – Giorni 9 e 10 – Ispirazioni –

9e10

Ho una bici viola, modello Harley, che scadisce i tempi delle mie ricognizioni a Neumunster. Il codice del lucchetto è 912, lo scrivo qui, quando lo dimenticherò saprò dove cercarlo. Pedalo una mezzoretta al mattino presto, scongelando le scorte di sole che mi porto dietro per scongiurare il pericolo di pioggia. Daniel Johnston mi regala un pò di ispirazione mentre faccio sosta al bar preferito, quello centrale, dove il tazzone di caffè costa un euro e il cornetto ottanta centesimi. Poi riparto, tempo di pedalare un altro poco, spegnere Daniel Johnston, essere assalito da una nuova ispirazione e regalarla al bagno. A proposito di bagno, queste sono le opere a lui dedicate in questi due giorni. Giorni di bagno, pioggia ed ispirazioni. Ci sono anche un bagnoschiuma ed un rasoio. Come previsto nel progetto non li comprerò, per lavarmi uso ed userò lo shampoo ed una saponetta e per la barba uso ed userò il “po si pensa“. Assomiglio ed assomiglierò sempre più a Lello Arena, come molti notato o noteranno.

giorno10

Capitolo settimo – Giorno 8 – L’argilla –

giorno7

E’ iniziata la produzione intensa. Realizzerò le opere seguendo una logica quasi normale. Andrò prima in bagno, poi in cucina, a seguire in salotto ed infine in camera da letto. Non mosterò tutti gli oggetti sul blog; alcuni resteranno top-secret fino alla fine per regalarvi un effetto sorpresa. L’inutilità di questa tabella la verificherò non appena avrò terminato l’argilla che mi sono portato da Grottaglie. I due famosi lastroni pesanti 10 kg e gentilmente omaggiati, infatti, mi sono serviti oggi per realizzare le opere in alto. Ne manca una, quella top-secret. Ci aggiorniamo presto…

Capitolo sesto – Giorno 7 – Lo studio –

 studio
Ho tutto quello che serve, o quasi. Ho uno studio immenso, una scrivania gigante, tre forni, compressore, decassatrice, argilla, frigo e acqua corrente. Non dando importanza alla tecnica ho sempre puntato sulle idee e fino ad oggi non ne sono stato tradito. Tuttavia mi sono portato dietro i miei piccoli segreti: un cerchietto di palstica, un perforatore in metallo gentilmente omaggiato, un regolo taglialastre e due bastoncini di legno. Oltre a questi ho avuto la pessima intuizione di trasportarmi 10 kg di argilla divisa in due lastroni, anche questi gentilmente omaggiati. Ho deciso di mettermi al lavoro iniziando da loro. Quella in alto è la mia scrivania. L’ambiente è ancora molto pulito, ho un giardino immenso e tante camere. Ci vediamo stasera con le prime foto…

studio2

Capitolo quinto – Giorni 5 e 6 – La stampa –

 stampa1
L’ultima volta che sono apparso sui giornali in Germania non è andata benissimo. Era il 2003 e fui selezionato come archeologo volontario per riportare alla luce i resti del campo di concentramento di Zeithain (clicca qui). Si concentrarono molte aspettative intorno all’archeologo italiano, ci fu l’incontro con il sindaco, le foto di rito e le pose per i giornali. Alla fine fu un mezzo disastro se non fosse stato per la latrina rinvenuta per puro caso gli ultimi giorni; latrina che mi toccò svuotare insieme a due altri volontari. Ecco perchè oggi, a distanza di dieci anni, mi fa un certo effetto vedermi nuovamente sulle pagine dei quotidiani regionali e provinciali tedeschi. Fortunatamente al momento non sono l’unica attrattiva della zona. Da giorni, infatti, un elefante si aggira per la città. Non ho capito bene cosa faccia e perchè sia finito a Neumunster, ma sicuramente è qui per aiutarmi. Spero di incontrarlo presto. Da domani inzio a lavorare, seriamente…

stampa2

Capitolo quarto – Giorno 4 – Le Istituzioni –

plan-2
Ho un progetto ed un piano, quello nell’immagine in alto. Lo ha redatto Dunja, la mia assistente personale. Ha quattro anni, bionda, occhi azzurri ed una gran voglio di fare, alemeno fino alle 20.00, perchè poi è stanca e non la si può disturbare. Purtroppo oggi non è potuta venire alla presentazione con le Istituzioni, era impegnata all’asilo. E’ un peccato perchè c’erano tutti: il Sindaco, il Vicesindaco, l’Assessore alla Cultura, i giornalisti ed i Ministri. E poi c’eravamo io e Danjella. E’ andato tutto bene, hanno parlato molto brevemente tutti, poi Danjela e alla fine io. Non ho capito niente. Hanno parlato in tedesco con un accento stretto tedesco. Per questo mi sono limitato a fare un sorriso da abete per circa 25 minuti. Poi  gli ho mostrato il mio progetto, quello che vedete in alto, redatto da Dunja. Penso che non abbiano capito niente. Ho parlato in inglese con un forte accento grottagliese. Per questo si sono limitati a fare dei sorrisi strani. Poi mi hanno omaggiato con foto da rock star che finiranno sui giornali e con una busta sorpresa della città di Neumunster. Alla fine sono andati via tutti e Danijela mi ha svelato che i due Ministri erano un mezzo pacco. I due,  in basso con mongomeri blu e con sciarpa rossa, in realtà vengono inviati a sorbirsi tutte le cerimonie della Regione, il Ministro non ci va mai.

minstri

Nuovo progetto – 29 giorni a Neumunster –


Per un mese non potrò più aggiornare questo blog perchè mi dedicherò ad un nuovo progetto. Ho deciso, infatti, di documentare quotidianamente quanto svolgerò in Germania e lo farò su un altro portale creato appositamente, ma solo in Italiano. Quindi ad Aprile potrete seguirmi su Ventinove Giorni a Neumunster. Basta cliccare qui.

Capitolo terzo – Giorno 3 – Il progetto –

Cercavo un idea, osservando il frigo della mia cucina pieno di calamite. Cercavo di comporre vari nomi, bevevo caffè e pensavo. Mi mancavano delle lettere per scrivere Giorgio e mi mancava la caffettiera per un buon caffè. Mi mancavano anche delle idee. Poi boom, “I miss you“, ovvero la mia idea per la residenza.
Il progetto sarà incentrato sulle cose mancanti. Ho mandato Dunja a prendere un foglio di carta ed  annotare tutto ciò che dettavo, ovvero tutto ciò che mancava nel mio appartamento. Da oggi quel foglio non diventerà una lista della spesa ma l’elenco degli oggetti che realizzerò in ceramica, facendoli diventare reale testimonianza del mio passaggio a Neumunster. Sono oggetti quotidiani che mi sarebbero serviti per un perfetto soggiorno. Non li comprerò, li farò di ceramica senza farmene niente.
I miei lavori non saranno presentati in un museo o nella galleria, ma nel mio appartamento temporaneo. Per la prima volta dopo 25 anni la gente potrà realmente capire e vedere questo posto nella sua interezza. Potrà visitare le stanze e le mie ceramiche. Entrerà per osservare falsi oggetti sparsi per casa e tornerà a casa con spunti di riflessione. Vorrei fargli rivivere le stesse emozioni e sensazioni provate durante questo mese. Vorrei che osservando le opere la gente capisca l’ambiguità del titolo “I miss you“, ovvero il mio tentativo di riempire i vuoti.  Le mancanze ce le porteremo dietro, sempre, a meno che non si tratti di oggetti, che potremo facilmente sostituire. Ma io preferisco trasformare gli oggetti in ceramica e le mancanze in ricordi. Ogni oggetto è per me uno splendido ricordo che dedico a chi non c’è più, a chi vorrei fosse qui e a chi mi supporta da lontano. I miss you…..

Capitolo Secondo – Giorno 2 – L’idea –

Ad attendermi alla stazione c’erano Dunja, Stephan, Tara Lothar e Danijela. Errori dattilografici a parte, vi spiego chi sono:
Dunja è la mia assistente personale: bionda, occhi azzurri, ha sempre voglia di fare e di imparare.  
Stephan è un giornalista tedesco che, dopo aver lavorato per anni con radio indipendenti, oggi si interessa alla connessione tra giornalismo e multimedia.
Tara Lothar è tranquillissima e molto riservata, tanto che non ho ancora avuto modo di scambiarci due chiacchiere.
Danijela, ceramista serba, è da quest’anno direttrice del “Ceramic Artist in Residence“. Per rinnovare il programma ha deciso di diminuire i tempi del progetto ed aumentarne i partecipanti. Ne ha selezionati 10 completamente diversi per carattere ed approccio alla materia. Mi alternerò così con un professore universitario americano, un cinese supertecnico, il vincitore del Premio Faenza ed altri che poi mi sono distratto.
Intorno a lei ci sono tante aspettative perchè, oltre ad aver modificato un progetto consolidato, ha anche ricevuto un pò di finanziamenti dalla Regione. Ragion per cui arriverà il Ministro. In occasione della sua visita, prevista per domani, ci sarà una conferenza stampa in cui sarà presentato il programma della Stadttöpferei ed il mio progetto.
C’è stata per questo oggi una riunione intensa con Danijela e Dunja per discutere sulle mie idee da presentare domani e da sviluppare durante il mese. Naturalmente non ne avevo portate di valide e con Danijela abbiamo discusso per ore senza arrivare ad una soluzione. Poi ad un certo punto ho visto Dunja, la mia assistente, allontanarsi un pò offesa. Effettivamente non la avevamo coinvolta abbastanza nella discussione. Le ho chiesto di salire con me in casa e cercare qualche idea, sorseggiando un lunghissimo caffè. Nostalgico della caffettiera dimenticata, pensavo ed osservavo il frigo pieno di calamite. Poi d’improvviso, l’idea è arrivata, ovvero l’ho trovata. Era lì, tra me ed il frigo pieno di calamite. Nascosta nell’ombra di quel lunghissimo e bruttissimo caffè cu la posa. Domani ve la racconto.