Capitolo ottavo – Giorni 13,14 – Rosmary

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Da settimane consumo la stessa colazione: formaggio e uova, pomodori e cetrioli. Poi riempio una tazza di caffe lunghissimo e lo bevo seduto ai tavoli esterni dell’Hotel.
La signora Rosmary è sempre lì, che fuma sigarette e beve teà.
Capelli bianchi e camicie colorate. Veniva a Bechyne ogni anno in vacanza con il marito. Poi lui è morto e Rosmary ha smesso di frequentare la cittadina.
Quest’anno, dopo dieci anni, è di nuovo qui; seduta a quel tavolino dell’Hotel Panska, bevendo teà, fumando sigarette e ricordando momenti condivisi con il marito.
La saluto, la scuola dista poco più di 2 km, ma prima di andarci decido di perdermi per le strade di Bechyne. In queste settimane ho imparato a conoscere abitudini e particolarità di questa cittadina. Ci sono un sacco di persone impiegate nella manutenzione del verde, tanti negozi che vendono finti animali imbalsamati, pochissimi ristoranti e tantissime persone con le stampelle. Ci sono le terme e un importante centro di riabilitazione.
Scendo giù per le scale che mi portano al fiume, attraverso il piccolo ponte di ferro e risalgo per una strada in salita. Piccole case lasciano il posto ad alberi giganti. Le cuffie suonano Nouveau Soleil degli M83. Sono sudato, la maglietta è completamente bagnata. Sono arrivato al grande ponte bianco, il punto panoramico più bello della zona. Mi fermo per una fotografia e riparto. Un cartello mi dice che mancano 2 km al rientro a Bechyne. Li percorro avvolto nei pensieri.
Ieri sera ho visto un bambino che giocava da solo nella piazza mentre il padre era da solo a bere birra nel bar.
Sono quasi arrivato. C’è il gladiator e poi la scuola.
E’ il momento di rimettersi al lavoro, è l’ultimo giorno di produzione.