Capitolo ottavo – Giorno 9 – Il progetto –

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Ogni volta che faccio delle residenze mi ritrovo nella medesima situazione. Forni giganti, smalti particolari e argille insolite mi mettono di fronte a vecchi dubbi.
Dovrei fare cose grandi e diverse?
Ci penso spesso ma poi mi viene in mente un proverbio che mi è stato insegnato:
“Se non riesci a fare una cosa bene falla grande, se non riesci a farla grande fanne tante, se non riesci a farne tante falla in blu”.
In fondo quello che riesco a far bene è riuscire ad essere me stesso, attraverso inutili oggetti e malinconici personaggi.
Perché dovrei fare altro?
Per me la ceramica non è un mezzo per esprimere virtuosismi tecnici o sperimentazioni particolari, ma un mezzo di comunicazione al pari della parola o dei video. Per questo non mi definiscono un ceramista, perché io uso l’argilla per raccontare storie. Ogni opera che realizzo si porta dietro un racconto e ogni progetto delle esperienze.
Per me le residenze sono vere possibilità di sperimentazione non tecnologica ma culturale. Mi piace vivere i luoghi, conoscerne i cibi, la gente e le abitudini per poi traferirli in maniera indelebile su pezzi di ceramica.
E’ quello che ho sempre fatto e che farò anche qui a Fuping.
Tutte le opere che realizzerò nella fabbrica saranno collaborazioni con quanti condividono con me lo spazio di lavoro. Ogni giorno realizzerò un pezzo differente con ciascun operaio. Cercherò di far convivere le loro abitudini con le mie inquietudini; la loro millenaria tradizione con la mia inconsapevole contemporaneità, i miei oggetti, i miei personaggi con le loro opere.
Romperò la loro quotidiana routine cercando di farne parte, non ci scambieremo una parola ma insieme scriveremo la storia di questa mia residenza a Fuping.