Capitolo secondo – Giorno 2 – La città

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Prima della partenza ho detto a tutti che andavo a Praga perché se avessi detto Bechyně nessuno avrebbe capito. Trascorse ventiquattro ore dal mio arrivo, ogni volta che dico Bechyně nessuno mi capisce, compresa la gente del posto.
L’errore sta proprio nella pronuncia che dovrebbe essere Bechigne e non Bechine, ma manca un suono tra la c e la h che non riesco a scrivere, figuriamoci a pronunciare.
Fonetica a parte ci sono tante cose che ancora devo scoprire di questa piccola cittadina della repubblica ceca.
Grazie a google già sapevo che qui ci vivono circa cinquemila persone, che ci sono delle terme, un fiume, un castello, un lago, un sacco di verde e un ponte bianco ma non ho ancora avuto modo di vederli, nonostante sia uscito presto questa mattina armato di macchina fotografica.
Ho incrociato alcune delle cinquemila persone che ci vivono ma delle terme, del castello e del lago nessuna traccia. Ho intravisto immerso nel verde un ponte bianco che non era per niente fotogenico. Per ora accontentiamoci delle foto di google che, nella parte a destra della foto più grande, ci regalano anche uno scorcio dell’ hotel Panskà, la mia casa per le prossime settimane.
Ho la stanza numero 221, una doppia con due letti singoli, due sedie, due lampade, due calzatoi, due lampadari, un bagno, una televisione e una finestra che si affaccia su un cortile privato ma che mi permette di vedere la pioggia cadere. Tutto l’albergo ha la moquette azzurra e per raggiungere la stanza 221 bisogna salire 2 piani e camminare un corridoio lungo dove sembra di essere in un traghetto.

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