Capitolo ventunesimo – Giorni 28 e 29 – Here we are –

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Negli scorsi post vi ho mostrato tutte le opere realizzate in questo mese (clicca qui). Tutte eccetto una, quella che vedete in alto. Ho preferito tenerla nascosta fino alla fine, fino al momento di salutare Neumunster.
Al mio arrivo ho intitolato il progetto “I miss you” ed in questo post (cliccate qui) ho spiegato il perché. Ironicamente, attraverso la riproduzione in ceramica degli oggetti mancanti nella mia casa, sognavo di rendere il pubblico partecipe del mio tentativo di colmare vuoti e mancanze.  Sono arrivato così al giorno della presentazione, quando ho avuto modo di rivedere tutte le persone che ho incontrato in queste mese. Mentre cercavo di spiegare le opere ho visto brillare i loro occhi, rendendomi conto che a Neumunster, senza aver  dimenticato nulla, ho lasciato qualcosa.  Ho lasciato un ricordo di Giorgio di Palma uomo, oltre che ceramista.  Quando ho invitato la gente ad interagire gli ho chiesto di realizzare in ceramica una lettera su cui scrivere un messaggio, una  cartolina da dedicare a chi avessero voluto.
Io, di nascosto, preparavo il mio regalo per la città: una cassetta postale tedesca.  E’ quella che vedete in alto, il contenitore simbolo di ricordi ed emozioni. Lei resterà in strada, testimone del mio passaggio a Neumunster. Tutte le altre opere le ho donate alla fondazione. Non ho voluto né venderle e né portarle con me.  Con me porterò qualcos’altro, ovvero lo splendido ricordo delle persone che in questo mese mi hanno dato così tanto da non farmi mancare nulla. Un ricordo che  trasformerò in pezzi di creta, testimoni oculari di storie passate, presenti e future.  Storie  che non sono mai state mie, ma sempre nostre.
Danijela, l’organizzatrice, al mio arrivo mi chiese perché utilizzassi il plurale e non il singolare, il noi e non l’Io. Ecco la risposta. Io senza Danijela, senza Stefan, senza Dunja, senza Tara Lotte, senza Wolfgang e senza tutti quelli che ho conosciuto a Neumunster, non avrei avuto niente da raccontare. Io, senza il supporto di 6246 lettori, non avrei raccontato niente. Ecco perché uso ed userò il plurale.
Ci rivediamo presto, parola di Giorgio Terracotta.