Capitolo ventuno – Giorno 27 – Il saluto –

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Saluto la cameriera, quella del ristorante che con la convinzione che mi faccia piacere da un paio di giorni mi porta sempre caffè solubile e latte in polvere. Ho appena fatto colazione, fuori pioviggina e alla reception mi offrono un ombrello che rifiuto. La porta dello studio dista non più di 20 metri. Potrei raggiungerla facilmente bagnandomi appena, aprire i forni e scoprire il risultato di questa residenza.
Decido di fare prima un’ultima passeggiata a Fuping. Ripercorro tutte le strade che ho vissuto per un mese. Rincontro i due vecchietti ai quali chiesi una foto appena arrivato, rivedo il luna park abbandonato, mi perdo nel giardino del Presidente, ballo per un’ultima volta con le signore del parco, mi compro dei pomodorini e mi fermo su una panchina a mangiarli.
Ha smesso di piovere e Micah P. Hinson ha lasciato spazio a Homesick dei Kings of Convinience.
Non riesco a trattenere le lacrime al solo pensiero che tutto questo da domani sarà solo un ricordo. Ma devo andare avanti, mi rialzo e mi lascio la panchina alle spalle. E’ il momento di andare in studio. Chiedo all’interprete di tradurmi poche parole in cinese.
Le imparo a memoria e le uso per salutare e ringraziare una a una tutte le persone che mi hanno accompagnato e con cui ho collaborato per un mese. Li vedo sorridere, commuoversi e a volte persino abbracciarmi. Perché per i Cinesi un abbraccio è qualcosa di veramente speciale.
Sto per aprire i forni, ma sono convinto che il risultato di questa residenza non sia al suo interno, ma fuori. Nei loro sinceri abbracci, in quel caffè solubile, nel latte in polvere, su quella panchina, nel ballo con le signore.
Se devo essere sincero le uniche opere che ho realizzato in questo mese non sono in ceramica, ma hanno a che fare con la ceramica.
Le avete letto in questi ventuno capitoli e le vedrete nel video di domani. E’ per questo che oggi non metterò le foto dei lavori finiti. Quelli li vedrete alla fine del video e nell’ultimo post di questo capitolo residenze. Perché senza il blog e senza il video sarebbero solo foto di opere di ceramica con buffi titoli.
Ma dietro quei buffi titoli c’è un mondo, ci sono delle persone e delle storie. Ci sono la Cina, voi, un sacco di piatti di noodles e ci sono io.
Io che, spero di essere riuscito a raccontarli.