Nello scantinato

Premessa
La colonna sonora di questo post è di  Ludovico Einaudi. Forse dovreste ascoltarlo durante la lettura. Cliccate qui. Grazie.

Inizio
Ci sono momenti della nostra vita imprigionati in semplici oggetti.  Restano in attesa di riapparire davanti ai nostri occhi come  album fotografici in attesa di essere sfogliati.
Poi un giorno, scendendo nello scantinato, prendiamo un impolverato quanto intrigante cesto, lo apriamo e viaggiamo nel tempo. Contiene i vecchi giocattoli.
Quelli che dividevo con mio fratello con la frase: “Questo è mio e questo è tuo”. C’è l’uomo tigre in gomma (suo) ed i Masters della Mattel (miei).
C’è lo zaino azzurro parlante di Big Jim che esclama ancora “Stai attento è pericoloso” oppure “Pronti, attenti, via”. Ma è stanco, forse raffreddato.
C’è il robot di Voltron. All’asilo tentammo la fuga da casa per raggiungere quel pianeta, ma la maestra scoprì il piano e riferì tutto ai nostri genitori.
Ci sono i guantoni da pugilato, ma ne manca uno.
Ci sono le macchinine, ma non quelle che cambiavano colore in acqua. Mia madre non le comprava perchè costavano troppo.
Ci sono pure i Trasformers, ma mi sa che non erano quelli originali.
Dopo aver rovistato con le lacrime agli occhi ho preso la cesta ed ho deciso che alcuni resteranno nello scantinato ed altri avranno una nuova casa. Li portero’ allo studio. Ci sono ricordi che meritano di esseri riscoperti tra molti anni, altri che ho bisogno di ricordare quotidianamente.
“Uomo tigre in gomma,  guantone,  He-man e gnomo dei Masters, robot giapponesi  e macchinine…… seguitemi”. “Tutti gli altri, non offendetevi, ma ci rivedremo un giorno lontano”.