Trattando il tema dell’ILVA con ironia rischiamo di urtare la sensibilità di chi, vivendo nella zona di Taranto, affronta tragedie divenute consuetudini.
Rischiamo di offendere un’intera popolazione che fa da comparsa in una commedia diretta altrove e di puntare i riflettori su una città diventata set cinematografico per paradossi incredibili, dove si lasciano i bambini a casa piuttosto che i colpevoli in galera.
Vivendo in questa provincia sentiamo il dovere di intervenire ma anche il diritto di decidere come farlo.
Ironicamente vi televendiamo quello che è già stato svenduto (il territorio) impacchettandolo con qualcosa che non può essere comprato (la speranza).
Kitextra è ceramica, fotografia, video ma soprattutto ironia.
Perché Kitextra letto tutto d’un fiato ricorda “chitestra” una delle imprecazioni più forti che abbiamo nel nostro dialetto. Un’imprecazione contro vivi per i morti, perché qui chi si è giocato fin troppo sulla vita e sulla morte.
Gran parte del ricavato di questa combo sarà donato in beneficenza, anche se non sappiamo ancora a chi. Magari a qualcuno che condivide con noi sogni e speranze.
Perché Kitextra per noi rappresenta questo. Sogniamo che un giorno la scatola arrugginisca, che le foto si stacchino e che la ciminiera anneghi nella palla di neve.
Sogniamo che tutto questo finisca, che non ci sia bisogno dell’ironia, della ceramica, di foto, di televendite e nemmeno di Sano/sano.

 

 

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